Il lavoro deve essere «buono», in grado di «far crescere i territori», e soprattutto «dignitoso a 360 gradi» (senza, cioè, distinzione fra occupazione subordinata e autonoma), laddove gli incentivi che vengono distribuiti «è giusto che vadano non soltanto alle imprese», bensì «anche agli iscritti agli Ordini», specie ai più giovani, dando così «sprint» alle aggregazioni.
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