
Con la Sentenza n. 188/2025 la Corte costituzionale torna a pronunciarsi sul il tema, di persistente attualità, del rapporto tra tutela della retribuzione ex art. 36 Cost., autonomia della contrattazione collettiva e uso “strategico” degli appalti pubblici quale strumento di politica sociale.
In particolare, la Corte costituzionale, nel pronunciarsi sui ricorsi promossi dal Governo avverso l’art. 2, comma 2, della legge della Regione Puglia 21 novembre 2024, n. 30 che imponeva alle stazioni appaltanti regionali la verifica che i contratti collettivi indicati nelle procedure di gara garantissero una retribuzione minima tabellare inderogabile pari a nove euro l’ora, ha dichiarato inammissibili tutte le questioni di legittimità costituzionale sollevate.

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