La recente circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 6/2022, dedicata ai chiarimenti concernenti la rivalutazione e il riallineamento dei beni aziendali, non mette fine alle problematiche applicative. Altro bolle ancora in pentola come la possibilità di revocare tout court la rivalutazione come disposto dal decreto Sostegni-ter e non si possono escludere ulteriori ritocchi alla normativa.
Le interpretazioni dell’Amministrazione finanziaria e le prese di posizione dell’OIC, per certi versi assolutamente innovative, scardinano alcuni consolidati principi dei quali si dovrà tenere conto anche in futuro. Nel frattempo le dichiarazioni dei redditi incombono e devono essere assunte le ultime decisioni. I bilanci 2021 sono prossimi e occorre valutare l’opportunità di rivalutare i beni come consentito dalla proroga solo civilistica per la generalità delle imprese e con effetto anche fiscale per il settore turistico o addirittura fare la rivalutazione alla “vecchia maniera” versando però il 10% per i beni non ammortizzabili e il 12% per quelli ammortizzabili. Con un occhio agli effetti contabili, a volte dirompenti, in caso di rinuncia alla rivalutazione dei marchi e brevetti o all’integrazione della sostitutiva per dedurre i maggiori valori in 18 anni invece di 50.
Il corso, con approccio pratico e contestualizzato alle prese di posizione OIC e Agenzia delle Entrate, si propone di sciogliere gli ultimi dubbi con analisi delle diverse casistiche.
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