Nel corso della conferenza stampa organizzata dalla categoria il 21 luglio a Roma, nella sala Nassiriya del Senato, le associazioni sindacali dei commercialisti (ADC, AIDC, ANC, ANDOC, FIDDOC, SIC, UNAGRACO, UNGDCEC, UNICO) hanno annunciato, a seguito della mancata proroga al 30 settembre dei versamenti fiscali, la proclamazione dello sciopero, nonché la promozione di azioni di disubbidienza, quali l’astensione dall’invio di dati fiscali in occasione delle prossime scadenze di settembre e successive, a partire dalle liquidazioni periodiche IVA del secondo trimestre 2020.
“Il no alla nostra richiesta di rinvio dei versamenti del 20 luglio – ha dichiarato Miani – ha dell’incredibile. Di fronte ad un Paese in sofferenza, ad una categoria come la nostra oberata di lavoro, ad imprese con l’acqua alla gola per la crisi di liquidità che si trovano a fronteggiare, alle richieste di rinvio provenienti anche dal mondo imprenditoriale, l’esecutivo ha preferito alzare un muro. Il mondo delle partite Iva subisce con questa scelta un duro colpo, che dimostra un’imperdonabile disattenzione nei confronti delle sue esigenze. Scelte come questa del Governo dimostrano una sottovalutazione dello stato reale in cui versano le realtà produttive del Paese. Un quadro che ci spinge ad assumere iniziative di protesta importanti e a questo punto inevitabili. Il Consiglio nazionale dei commercialisti sarà pertanto al fianco di tutte le sigle sindacali di categoria quando a settembre i nostri iscritti saranno chiamati ad incrociare le braccia e a mobilitarsi”.
E sulla mancata proroga il presidente di ANC, Marco Cuchel, ha osservato che “il rinvio dei versamenti al 30 settembre era da noi considerato un 'atto dovuto'. Da più parti era emerso che il differimento al 20 luglio dovesse essere una 'proroga ponte' - aggiungendo che - "una proroga di 20 giorni è offensiva”.
Né ha soddisfatto la motivazione con cui il Mef ha negato lo spostamento dei termini durante un’interrogazione parlamentare dello scorso 16 luglio, secondo cui “l’ulteriore proroga richiesta inciderebbe sulla previsione delle imposte autoliquidate della nota di aggiornamento al Def che, come noto, deve essere presentata al Parlamento entro la fine del mese di settembre”, oltre all’ulteriore considerazione che “il flusso di cassa del quale si chiede la sospensione corrisponde, secondo le previsioni, a circa 8,4 miliardi”.
"Ad una legittima e reiterata richiesta di alleggerimento, burocratico ed economico, dell’ingorgo fiscale, il Governo ha opposto un secco rifiuto" - si legge nel Comunicato Stampa diramato dalle associazioni sindacali - tanto più incomprensibile se si rammenta che un’ampia proroga (sino al mese di settembre) era stata disposta lo scorso anno per cause connesse ai ritardi di fornitura dei software ufficiali da parte dell’Amministrazione Finanziaria".
Pertanto i sindacati dei commercialisti hanno annunciato la proclamazione dello sciopero di categoria, se necessario ad oltranza, che sarà esercitato attraverso l’astensione dalle attività e con la promozione di azioni di disobbedienza, quali il non invio dei dati fiscali in occasione delle prossime scadenze di settembre e successive.
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