Sulla stabile organizzazione Iva va in scena il fisco dell'assurdo. Con le autorità tributarie spasmodicamente a caccia del fantasma nell'ambito dei rapporti infragruppo, o ancor più tra società controllanti e controllate, incuranti dell'illogicità manifesta di certe pretese e dell'assenza di evasione. Questo, sostanzialmente, il quadro che si desume dalle conclusioni che l'avvocato generale della Corte di giustizia Ue, Juliane Kokott, ha presentato il 1° febbraio 2024 nel procedimento pregiudiziale C-533/22.
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