D. Dottoressa Messina, il Convegno di Foggia è interamente dedicato all’Agri-food. Quali sono le ragioni di questa scelta tematica?
R. Il nostro paese è riconosciuto a livello mondiale per un ventaglio di eccellenze. Tra queste troviamo la moda e la cultura, ed anche l’agroalimentare. L’UNGDCEC, già nel 2015 - con il congresso tenutosi a Mantova dal titolo “Valore alla Cultura - La professione tra arte, business, creatività, start-up” - aveva avviato il percorso di analisi di quei settori che rappresentano i punti di forza del nostro Paese. Il passo successivo non poteva che essere l’Agri-food, un settore il cui peso nell’economia nazionale è pari solo alla sua complessità.
D. Qual è il ruolo del commercialista nel settore Agri-food?
R. Nel percorso di costruzione e creazione di valore di un’azienda agricola è necessario un ampio ventaglio di conoscenze gestionali, fiscali, organizzative e operative. A tale percorso il dottore commercialista contribuisce con le proprie competenze distintive, fornendo un apporto decisivo grazie alla propria specializzazione sui temi fondanti dello sviluppo aziendale e settoriale. Il settore agricolo stesso è in fase di evoluzione e richiede sempre di più di beneficiare della consulenza di noi Commercialisti.
D. Accentriamo l’attenzione sull’evoluzione del settore agricolo. Per quali ragioni il ruolo assunto dal commercialista è determinante?
R. Per due principali ordini di motivi: da un lato molti imprenditori agricoli stanno assistendo ad una crescita dimensionale delle rispettive attività, il che li mette nella situazione di dover affrontare tutta una serie di problematiche che sono tipiche delle imprese non agricole, ed i merito alle quali i Commercialisti possono vantare un grande patrimonio di competenze; dall’altro lato, complice la sempre maggior attenzione da parte dei consumatori a determinati aspetti (ad esempio i prodotti bio piuttosto che quelli a km. zero), si osserva una crescita sia dei prodotti di nicchia di elevata qualità, sia della attività legate alle diverse sfaccettature del turismo enogastronomico. Ciò ha richiamato al settore agricolo ed alla gestione delle attività connesse diversi giovani imprenditori con molte idee nuove, che hanno impresso ulteriore velocità ad uno scenario che già si muoveva rapidamente: fino ad alcuni anni fa, infatti, capitava di rado di sentire parlare di agri-gelaterie o di street-food agricolo, concetti oggi molto più diffusi. Stante il citato panorama, i Giovani Commercialisti possono offrire al mondo dell’imprenditoria agricola non solo le proprie competenze tecniche, ma la propria mentalità flessibile ed aperta alle novità.
D. Entriamo nei dettagli del convegno. Come è stato strutturato?
R. Da giovani commercialisti che operano sul campo, camminando accanto alle aziende, conosciamo le problematiche da affrontare. Il convegno nasce per fornire un’opportunità di dialogo con gli attori coinvolti e per fissare i punti fondamentali che contraddistinguono il coinvolgimento delle nostre competenze nel percorso di sviluppo delle imprese che operano nell’Agri-food. Il lavoro svolto in occasione del convegno si pone come strumento a sostegno dell’attività dei colleghi, proponendosi come punto di partenza nell’analisi di alcune problematiche distintive dell’azienda agroalimentare italiana, quali il carattere multifunzionale dell’agricoltura e la costante ricerca della sicurezza alimentare, della qualità dei prodotti nonché dell’efficienza nell’utilizzo dei fattori produttivi. Il contributo proposto, peraltro, presenta un elemento di novità rispetto alle pubblicazioni del passato, diffuse in occasione dei nostri Convegni Nazionali, essendo caratterizzato da un approccio multidisciplinare ed andando pertanto ad affrontare le problematiche che contraddistinguono le aziende agricole attraverso il coinvolgimento e le competenze dei componenti di diverse commissioni di studio dell’UNGDCEC.
D. Dall’analisi compiuta, quale futuro si intravede per il settore agroalimentare?
R. Il processo di innovazione rappresenta un percorso ormai inarrestabile, tanto da far parlare di Agricoltura 4.0. Un processo che, trasversalmente, mette in contatto l’Agri-food con altre realtà produttive e che costringe a riflettere sulla gestione delle risorse, soprattutto finanziarie. Innovazione e collaborazione sembrano essere gli ingredienti chiave per sistemi più sostenibili, per sistemi dove la tutela del Made in Italy rappresenta la chiave strategica della competitività sui mercati internazionali, ed è proprio su queste principali direttrici che è stato costruito il Convegno nazionale di Foggia.
D. Entriamo dunque nel dettaglio dei lavori del Convegno di Foggia.
R. Si partirà con l’analisi delle formule aggregative, in una filiera - quale quella agroalimentare -, di per sé complessa, nella quale cercano di convivere due anime differenti: quella agricola e quella industriale. L’aggregazione sembra essere un assoluto punto di forza per permettere alle eccellenze dell’Agri-food italiano di raggiungere dimensioni tali da consentire di essere competitive nei processi di internazionalizzazione e di tutela del Made in Italy. Non poteva non essere affrontato il tema riguardante lo sviluppo della multifunzionalità nel mondo agricolo, che va dalle più tradizionali formule (es. agriturismo) a quelle più innovative (es. lo street-food agricolo), che permettono di creare valore aggiunto per l’azienda. Alle tavole rotonde, nella nuova formulazione del convegno, si accompagneranno due focus operativi, riguardanti "Le problematiche IVA dell'Impresa Agricola: regimi e rapporti con l'estero" ed "Il passaggio generazionale nell'azienda agricola". Il tutto si concluderà con la tavola rotonda finale, volta ad avviare un confronto tra politica, imprese e professionisti.
D. Tanti argomenti, tante specializzazioni. Un convegno, dunque, dagli aspetti particolarmente impegnativi.
R. Senza dubbio. A tal proposito è doveroso ringraziare vivamente i numerosi colleghi che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento, nonché i componenti delle Commissioni di studio dell’UNGDCEC che hanno collaborato fattivamente alla realizzazione della pubblicazione Cesi che accompagna il convegno: Alberto Tealdi, Presidente Commissione Agricoltura e Cooperative; Massimiliano Dell’Unto, Presidente Commissione Lavoro e Welfare aziendale; Mauro Freti, Presidente Commissione Controllo di gestione, cultura d’impresa e imprenditorialità e Carlo De Luca, Presidente Commissione sulla responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. n. 231/2001. Altrettanto doveroso ringraziamento va ai delegati e codelegati della Giunta nazionale UNGDCEC, che hanno seguito il lavoro in ogni area di loro competenza con un costante e costruttivo confronto. Grazie pertanto a Gustavo Desana e Maurizio Renna (Agricoltura e cooperative), Deborah Righetti e Andrea Ferrari (Controllo di gestione), Matteo De Lise e Massimiliano Lencioni (Lavoro e Welfare aziendale), Andrea Cervellini e Sonia Mazzucco (Responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. n. 231/2001). Un particolare ringraziamento, infine, va ai membri del C.D.A. della Fondazione Centro Studi UNGDCEC con i quali ho coordinato il lavoro, indicati rigorosamente per area di delega: Fabio Sansavadore (Area Aziendale e management pubblico, Cultura d’impresa e Imprenditorialità), Marco Anesa, Paolo Florio e Valerio Garozzo (Area Giudiziale), Alessandro Garlassi e Francesco Nardini (Cultura d’impresa e imprenditorialità), Alberto Vacca (Area Societaria) e al dott. Michele Coppo, componente del Comitato scientifico della nostra Fondazione. Sono lieta di poter affermare che, ancora una volta, l’impegno, la passione e la responsabilità hanno contraddistinto lo spirito che accomuna tutti gli unionisti.
Riferimenti normativi:
Commercialisti accanto agli imprenditori verso l'agricoltura 4.0. Intervista a Raffaella Messina, Presidente della Fondazione Centro Studi Ungdcec
di Sandra Pennacini | 5 Ottobre 2018
Giovani commercialisti dell’UNGDCEC a convegno a Foggia nelle giornate del 4 e 5 ottobre, per un focus dedicato ad un settore antico eppure moderno, che negli ultimi anni è stato fatto oggetto di riscoperta, suscitando grande interesse anche da parte dei giovani imprenditori. Il tema conduttore del convegno è "Il dottore commercialista attore nell'Agri-food italiano: analisi del business e strategie per la crescita". Due giornate di studio e di confronto, interamente dedicate ad un settore complesso e relativamente poco conosciuto, meritorio di essere approfondito poiché costituisce un importante ambito di crescita professionale. La dottoressa Raffaella Messina, Presidente della Fondazione Centro Studi UNGDCEC, spiega le ragioni che hanno indotto i giovani commercialisti ad accendere i riflettori su questo particolare settore e svela i dettagli del convegno.
D. Dottoressa Messina, il Convegno di Foggia è interamente dedicato all’Agri-food. Quali sono le ragioni di questa scelta tematica?
R. Il nostro paese è riconosciuto a livello mondiale per un ventaglio di eccellenze. Tra queste troviamo la moda e la cultura, ed anche l’agroalimentare. L’UNGDCEC, già nel 2015 - con il congresso tenutosi a Mantova dal titolo “Valore alla Cultura - La professione tra arte, business, creatività, start-up” - aveva avviato il percorso di analisi di quei settori che rappresentano i punti di forza del nostro Paese. Il passo successivo non poteva che essere l’Agri-food, un settore il cui peso nell’economia nazionale è pari solo alla sua complessità.
D. Qual è il ruolo del commercialista nel settore Agri-food?
R. Nel percorso di costruzione e creazione di valore di un’azienda agricola è necessario un ampio ventaglio di conoscenze gestionali, fiscali, organizzative e operative. A tale percorso il dottore commercialista contribuisce con le proprie competenze distintive, fornendo un apporto decisivo grazie alla propria specializzazione sui temi fondanti dello sviluppo aziendale e settoriale. Il settore agricolo stesso è in fase di evoluzione e richiede sempre di più di beneficiare della consulenza di noi Commercialisti.
D. Accentriamo l’attenzione sull’evoluzione del settore agricolo. Per quali ragioni il ruolo assunto dal commercialista è determinante?
R. Per due principali ordini di motivi: da un lato molti imprenditori agricoli stanno assistendo ad una crescita dimensionale delle rispettive attività, il che li mette nella situazione di dover affrontare tutta una serie di problematiche che sono tipiche delle imprese non agricole, ed i merito alle quali i Commercialisti possono vantare un grande patrimonio di competenze; dall’altro lato, complice la sempre maggior attenzione da parte dei consumatori a determinati aspetti (ad esempio i prodotti bio piuttosto che quelli a km. zero), si osserva una crescita sia dei prodotti di nicchia di elevata qualità, sia della attività legate alle diverse sfaccettature del turismo enogastronomico. Ciò ha richiamato al settore agricolo ed alla gestione delle attività connesse diversi giovani imprenditori con molte idee nuove, che hanno impresso ulteriore velocità ad uno scenario che già si muoveva rapidamente: fino ad alcuni anni fa, infatti, capitava di rado di sentire parlare di agri-gelaterie o di street-food agricolo, concetti oggi molto più diffusi. Stante il citato panorama, i Giovani Commercialisti possono offrire al mondo dell’imprenditoria agricola non solo le proprie competenze tecniche, ma la propria mentalità flessibile ed aperta alle novità.
D. Entriamo nei dettagli del convegno. Come è stato strutturato?
R. Da giovani commercialisti che operano sul campo, camminando accanto alle aziende, conosciamo le problematiche da affrontare. Il convegno nasce per fornire un’opportunità di dialogo con gli attori coinvolti e per fissare i punti fondamentali che contraddistinguono il coinvolgimento delle nostre competenze nel percorso di sviluppo delle imprese che operano nell’Agri-food. Il lavoro svolto in occasione del convegno si pone come strumento a sostegno dell’attività dei colleghi, proponendosi come punto di partenza nell’analisi di alcune problematiche distintive dell’azienda agroalimentare italiana, quali il carattere multifunzionale dell’agricoltura e la costante ricerca della sicurezza alimentare, della qualità dei prodotti nonché dell’efficienza nell’utilizzo dei fattori produttivi. Il contributo proposto, peraltro, presenta un elemento di novità rispetto alle pubblicazioni del passato, diffuse in occasione dei nostri Convegni Nazionali, essendo caratterizzato da un approccio multidisciplinare ed andando pertanto ad affrontare le problematiche che contraddistinguono le aziende agricole attraverso il coinvolgimento e le competenze dei componenti di diverse commissioni di studio dell’UNGDCEC.
D. Dall’analisi compiuta, quale futuro si intravede per il settore agroalimentare?
R. Il processo di innovazione rappresenta un percorso ormai inarrestabile, tanto da far parlare di Agricoltura 4.0. Un processo che, trasversalmente, mette in contatto l’Agri-food con altre realtà produttive e che costringe a riflettere sulla gestione delle risorse, soprattutto finanziarie. Innovazione e collaborazione sembrano essere gli ingredienti chiave per sistemi più sostenibili, per sistemi dove la tutela del Made in Italy rappresenta la chiave strategica della competitività sui mercati internazionali, ed è proprio su queste principali direttrici che è stato costruito il Convegno nazionale di Foggia.
D. Entriamo dunque nel dettaglio dei lavori del Convegno di Foggia.
R. Si partirà con l’analisi delle formule aggregative, in una filiera - quale quella agroalimentare -, di per sé complessa, nella quale cercano di convivere due anime differenti: quella agricola e quella industriale. L’aggregazione sembra essere un assoluto punto di forza per permettere alle eccellenze dell’Agri-food italiano di raggiungere dimensioni tali da consentire di essere competitive nei processi di internazionalizzazione e di tutela del Made in Italy. Non poteva non essere affrontato il tema riguardante lo sviluppo della multifunzionalità nel mondo agricolo, che va dalle più tradizionali formule (es. agriturismo) a quelle più innovative (es. lo street-food agricolo), che permettono di creare valore aggiunto per l’azienda. Alle tavole rotonde, nella nuova formulazione del convegno, si accompagneranno due focus operativi, riguardanti "Le problematiche IVA dell'Impresa Agricola: regimi e rapporti con l'estero" ed "Il passaggio generazionale nell'azienda agricola". Il tutto si concluderà con la tavola rotonda finale, volta ad avviare un confronto tra politica, imprese e professionisti.
D. Tanti argomenti, tante specializzazioni. Un convegno, dunque, dagli aspetti particolarmente impegnativi.
R. Senza dubbio. A tal proposito è doveroso ringraziare vivamente i numerosi colleghi che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento, nonché i componenti delle Commissioni di studio dell’UNGDCEC che hanno collaborato fattivamente alla realizzazione della pubblicazione Cesi che accompagna il convegno: Alberto Tealdi, Presidente Commissione Agricoltura e Cooperative; Massimiliano Dell’Unto, Presidente Commissione Lavoro e Welfare aziendale; Mauro Freti, Presidente Commissione Controllo di gestione, cultura d’impresa e imprenditorialità e Carlo De Luca, Presidente Commissione sulla responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. n. 231/2001. Altrettanto doveroso ringraziamento va ai delegati e codelegati della Giunta nazionale UNGDCEC, che hanno seguito il lavoro in ogni area di loro competenza con un costante e costruttivo confronto. Grazie pertanto a Gustavo Desana e Maurizio Renna (Agricoltura e cooperative), Deborah Righetti e Andrea Ferrari (Controllo di gestione), Matteo De Lise e Massimiliano Lencioni (Lavoro e Welfare aziendale), Andrea Cervellini e Sonia Mazzucco (Responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. n. 231/2001). Un particolare ringraziamento, infine, va ai membri del C.D.A. della Fondazione Centro Studi UNGDCEC con i quali ho coordinato il lavoro, indicati rigorosamente per area di delega: Fabio Sansavadore (Area Aziendale e management pubblico, Cultura d’impresa e Imprenditorialità), Marco Anesa, Paolo Florio e Valerio Garozzo (Area Giudiziale), Alessandro Garlassi e Francesco Nardini (Cultura d’impresa e imprenditorialità), Alberto Vacca (Area Societaria) e al dott. Michele Coppo, componente del Comitato scientifico della nostra Fondazione. Sono lieta di poter affermare che, ancora una volta, l’impegno, la passione e la responsabilità hanno contraddistinto lo spirito che accomuna tutti gli unionisti.
Riferimenti normativi:
Sullo stesso argomento:Competenze e specializzazioni professionali
Quali sono le ragioni della scelta tematica del Convegno di Foggia dedicato all’Agri-food?
Il nostro paese è riconosciuto a livello mondiale per un ventaglio di eccellenze, tra cui l'agroalimentare. L’UNGDCEC ha avviato il percorso di analisi di settori che rappresentano i punti di forza del nostro Paese, tra cui l’Agri-food.
Qual è il ruolo del commercialista nel settore Agri-food?
Il commercialista contribuisce con le proprie competenze distintive, fornendo un apporto decisivo grazie alla propria specializzazione sui temi fondanti dello sviluppo aziendale e settoriale.
Per quali ragioni il ruolo assunto dal commercialista è determinante nell'evoluzione del settore agricolo?
Il commercialista è determinante a causa della crescita dimensionale delle attività agricole e dell'attenzione dei consumatori a nuovi aspetti. Inoltre, ci sono diversi giovani imprenditori con molte idee nuove che richiedono la consulenza dei Commercialisti.
Come è stato strutturato il convegno?
Il convegno è stato strutturato per fornire un’opportunità di dialogo con gli attori coinvolti nel settore agroalimentare e per fissare i punti fondamentali che contraddistinguono il coinvolgimento delle competenze dei Commercialisti nel percorso di sviluppo delle imprese.
Qual è il futuro intravisto per il settore agroalimentare?
Il futuro del settore agroalimentare prevede un processo di innovazione rappresentato dall'Agricoltura 4.0, con l'innovazione e la collaborazione come ingredienti chiave per sistemi più sostenibili e competitivi.