D. Cosa ci può dire della sua esperienza al vertice della Fondazione?
R. Il nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione è stato nominato con assemblea del 15 dicembre e si è insediato il 20 gennaio 2018. È composto dai colleghi dottori Alberto Vacca (Segretario), Paolo Florio (Tesoriere), Fabio Sansalvadore, Laura Manzo, Valerio Garozzo, Marco Anesa, Pasquale Murgo, Giulia Milan, Alessandro Garlassi e Francesco Nardini. Questi primi mesi sono stati frenetici, perché l’attività formativa e scientifica dell’UNGDCEC non può e non deve fermarsi in un momento delicato come quello attuale, fatto di cambiamenti nell’approccio alla professione. Per quanto mi riguarda percepisco la grande responsabilità di coordinare l’organo scientifico degli unionisti. Per chi, come me, ha intrecciato il proprio percorso professionale con quello nell’UNGDCEC, c’è la consapevolezza di dover e voler essere sempre pronti a rispondere alle problematiche che affrontano i colleghi giovani dottori commercialisti.
D. Cosa porterà con sé nel mandato appena iniziato?
R. Porterò con me ciò che lo spirito dell’Unione mi ha insegnato: un profondo rispetto verso chi, magari dall’altra parte dell’Italia, affronta i medesimi problemi. La percezione di cosa significhi correttezza professionale, ovvero una profonda onestà e trasparenza, capace di superare i confronti più aspri e accesi. La radicata percezione dell’insuperabilità dei confini della lealtà professionale.
D. Qual è il programma della Fondazione?
R. Il programma sarà presentato, per la prima volta, in occasione del congresso di Ragusa. I binari su cui viaggerà l’attività della Fondazione saranno ‘la conoscenza della professione’, coniugata con quelli che sono ‘i temi della professione’. L’obiettivo, quindi, è combinare l’attività di ricerca con l’approfondimento scientifico, attraverso strumenti, anche innovativi, che favoriscano sia il confronto interno sia con le controparti, istituzionali o meno, di volta in volta interessate.
D. Il congresso di quest’anno ha per oggetto ‘I nuovi orizzonti della finanza’, un argomento specifico e lontano dalla visione del Commercialista che si occupa solo di fiscalità. Quali sono le ragioni di questa scelta?
R. Accanto al tema della finanza la scelta del tema congressuale ha coinvolto anche lavoro ed investimenti, tutte aree strategiche per l’impresa. L’intento è quello di focalizzare l’attenzione su come le competenze dei dottori commercialisti possano orientarsi in maniera specifica, per costruire quella che, in fondo, è la ‘catena di blocchi di valore’ dell’azienda. Il mondo imprenditoriale, l’intero sistema in cui ci muoviamo, si caratterizza e soffre di uno scambio spasmodico di informazioni, purtroppo spesso accompagnate da pericolose soluzioni fai da te. Questo, ma non solo, rende strategico distinguere la nostra professionalità, attraverso competenze specifiche, acquisibili solo con la conoscenza e l’esperienza mirata nell’area specialistica individuata. Specializzazione, organizzazione multidisciplinare, capacità di fare rete, sono tutti elementi che vanno di pari passo con il nostro ruolo di veri traduttori del business dei nostri clienti.
D. Parliamo del ruolo del commercialista nella crisi di impresa.
R. Il dottore commercialista opera a stretto contatto con l’impresa. Fisiologicamente è il primo interlocutore dell’imprenditore. La redazione del bilancio e delle situazioni infrannuali lo porta a conoscere la consistenza economica, patrimoniale e finanziaria dell’Impresa, pertanto può riconoscere i primi segnali di sofferenza, quando ancora la crisi potrebbe essere non irreversibile. Le nostre specifiche competenze, diversamente declinate, ci permettono di accompagnare l’impresa attraverso l’istituto che meglio si adatta al caso di specie. Il dottore commercialista può promuovere o assistere il reperimento di nuova finanza, anche mediante strumenti innovativi; può essere advisor in operazioni concorsuali o stragiudiziali, anche mediante la redazione di piani di risanamento; può essere attestatore ovvero commissario o liquidatore giudiziale, su nomina del tribunale, e spesso assume il ruolo di curatore. Parallelamente, nel ruolo di sindaco, vigila sul rispetto della legge e dello statuto, così come sulla persistenza della continuità aziendale. Nelle mille sfaccettature della professione il commercialista è un attore di primo piano nella vita aziendale, incluse le fasi di maggiore complessità. Il tutto con competenza, specializzazione, serietà ed onestà intellettuale.
D. Tra gli argomenti trattati nel convegno troviamo il Crowdfunding e le cripto monete, due formule innovative e di grande attualità. Si tratta di strumenti diffusi?
R. Crowfunding e cripto monete fanno parte del mondo Fintech, che ad oggi raggruppa sia servizi finanziari sia tecnologie informatiche, e tocca tutti i settori dell’intermediazione bancaria e finanziaria. Per avere un’idea dell’ampiezza del fenomeno, il ‘Fintech Adoption Index 2017’ di Ernest & Young, rileva che in pochi anni i servizi Fintech hanno raggiunto un tasso di adozione medio tra la popolazione (mondiale) digitalmente attiva pari al 33%. In Italia, secondo l’Osservatorio Fintech & Digital Finance 2017 del Politecnico di Milano, il 16% degli italiani ha utilizzato almeno un servizio Fintech nel corso del 2017.
D. Cos’è il Crowdfunding e come si inquadra nel nostro impianto normativo?
R. Nel mondo della finanza alternativa, il crowfunding nasce come un metodo di raccolta di capitali, principalmente per le start – up. Si tratta di un processo di finanziamento ‘dal basso’, che mobilita persone e risorse utilizzando il web quale piattaforma, permettendo l'incontro e la collaborazione tra i soggetti coinvolti. Rispetto ad altri strumenti Fintech, l’Italia si è mostrata essere in prima linea nella disciplina specifica dell'equity-based crowdfunding. Il percorso è partito nel 2012 con cosiddetto decreto crescita bis, D.L. n. 179, seguito dal regolamento della Consob n. 18592 del 2013. I successivi interventi di modifica hanno ampliato l’ambito dei soggetti interessati alle PMI innovative, fino ad arrivare, con D.L. n. 50/2017 (convertito in L. n. 96/2017), all’estensione a tutte le PMI. L'effettiva entrata in vigore del provvedimento è avvenuta nel gennaio 2018, con l'introduzione del nuovo Regolamento Consob.
D. Bitcoin e cripto valute, un mondo nuovo e ancora poco conosciuto.
R. Se il crowfunding ha avuto, nella sua forma equity, un percorso normativo, del tutto diversa è la vicenda delle cripto valute, che si collocano sul lato più estremo ed innovativo del mondo Fintech. Si discute sempre più spesso di bitcoin, padre delle monete digitali, e della sua architettura innovativa, la blockchain, una sorta di libro mastro condiviso che gli consente di funzionare senza l’intervento di un’istituzione finanziaria. Non vi è dubbio che le valute virtuali e la loro tecnologia blockchain stiano influenzando molti settori dell'economia, inclusa la finanza. Nel mese di febbraio la Commissione UE ha avviato una riflessione approfondita sulla funzione e sui rischi legati alle cripto valute per le aziende e per i singoli consumatori. Al di là dell’influenza di tali strumenti sui mercati finanziari, i temi della tutela degli investitori e dell'integrità del mercato diventano sempre più rilevanti, alla luce dello sviluppo esponenziale di questi strumenti.
D. In questo scenario in evoluzione, qual è lo spazio riservato al Commercialista?
R. A fronte di uno scenario come quello attuale, complesso e dinamico, le competenze distintive del Dottore Commercialista hanno un ruolo decisivo. È di indubbio rilievo saper guidare le imprese verso scelte di finanziamento sostenibili, anche attraverso l’accesso a formule alternative, che contribuiscano alla creazione di valore. Parimenti, in un sistema circolare e sempre più globale, è di indubbio rilievo far apprezzare alle imprese la necessità di comunicare ai mercati finanziari questa correlazione tra strategie finanziarie e creazione del valore.
MySolution ha il piacere di stampare in esclusiva per i partecipanti al Congresso il contributo curato dalla Fondazione Centro Studi UNGDCEC dal titolo “I nuovi orizzonti della Finanza. Tra strumenti tradizionali e innovativi, come sviluppare e sostenere piccole, medie e grandi imprese e processi di investimento”.
Presso lo stand MySolution, sponsor dell’evento, potrai ritirare gratuitamente la copia omaggio del libro.

Il commercialista tra finanza, lavoro e innovazione. Intervista a Raffaella Messina, Presidente della Fondazione Centro Studi UNGDCEC
di Sandra Pennacini | 13 Aprile 2018
La dottoressa Raffaella Messina, Presidente della Fondazione Centro Studi dell’UNGDCEC, coordina l’ordine scientifico degli unionisti. Un rapporto di lunga data la lega all’Unione, sin da quando partecipò al suo primo congresso, nel 1999, a Salerno, “a tre anni dalla laurea e a meno di un anno dall’iscrizione all’Ordine dei dottori Commercialisti di Salerno, avvenuta nel giugno del 2000. A partire da quel momento, l'esperienza lavorativa e le pubblicazioni sono sempre state accompagnate dal confronto con l’immaginario ‘tavolo circolare’ che è l'Unione”. Nel 2007 entra a far parte del Direttivo dell'UNGDCEC di Salerno. In seguito siede nelle Commissioni nazionali UNGDCEC e nella Fondazione, quale membro del CDA. Nello scorso triennio entra a far parte nella Giunta nazionale. L’abbiamo incontrata per conoscere i programmi della Fondazione e per approfondire i temi oggetto del Congresso in corso, ‘I nuovi orizzonti della finanza’, che spaziano dagli investimenti a nuovi strumenti che si sono recentemente affacciati sul mercato: il Crowdfunding e le cripto valute.
D. Cosa ci può dire della sua esperienza al vertice della Fondazione?
R. Il nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione è stato nominato con assemblea del 15 dicembre e si è insediato il 20 gennaio 2018. È composto dai colleghi dottori Alberto Vacca (Segretario), Paolo Florio (Tesoriere), Fabio Sansalvadore, Laura Manzo, Valerio Garozzo, Marco Anesa, Pasquale Murgo, Giulia Milan, Alessandro Garlassi e Francesco Nardini. Questi primi mesi sono stati frenetici, perché l’attività formativa e scientifica dell’UNGDCEC non può e non deve fermarsi in un momento delicato come quello attuale, fatto di cambiamenti nell’approccio alla professione. Per quanto mi riguarda percepisco la grande responsabilità di coordinare l’organo scientifico degli unionisti. Per chi, come me, ha intrecciato il proprio percorso professionale con quello nell’UNGDCEC, c’è la consapevolezza di dover e voler essere sempre pronti a rispondere alle problematiche che affrontano i colleghi giovani dottori commercialisti.
D. Cosa porterà con sé nel mandato appena iniziato?
R. Porterò con me ciò che lo spirito dell’Unione mi ha insegnato: un profondo rispetto verso chi, magari dall’altra parte dell’Italia, affronta i medesimi problemi. La percezione di cosa significhi correttezza professionale, ovvero una profonda onestà e trasparenza, capace di superare i confronti più aspri e accesi. La radicata percezione dell’insuperabilità dei confini della lealtà professionale.
D. Qual è il programma della Fondazione?
R. Il programma sarà presentato, per la prima volta, in occasione del congresso di Ragusa. I binari su cui viaggerà l’attività della Fondazione saranno ‘la conoscenza della professione’, coniugata con quelli che sono ‘i temi della professione’. L’obiettivo, quindi, è combinare l’attività di ricerca con l’approfondimento scientifico, attraverso strumenti, anche innovativi, che favoriscano sia il confronto interno sia con le controparti, istituzionali o meno, di volta in volta interessate.
D. Il congresso di quest’anno ha per oggetto ‘I nuovi orizzonti della finanza’, un argomento specifico e lontano dalla visione del Commercialista che si occupa solo di fiscalità. Quali sono le ragioni di questa scelta?
R. Accanto al tema della finanza la scelta del tema congressuale ha coinvolto anche lavoro ed investimenti, tutte aree strategiche per l’impresa. L’intento è quello di focalizzare l’attenzione su come le competenze dei dottori commercialisti possano orientarsi in maniera specifica, per costruire quella che, in fondo, è la ‘catena di blocchi di valore’ dell’azienda. Il mondo imprenditoriale, l’intero sistema in cui ci muoviamo, si caratterizza e soffre di uno scambio spasmodico di informazioni, purtroppo spesso accompagnate da pericolose soluzioni fai da te. Questo, ma non solo, rende strategico distinguere la nostra professionalità, attraverso competenze specifiche, acquisibili solo con la conoscenza e l’esperienza mirata nell’area specialistica individuata. Specializzazione, organizzazione multidisciplinare, capacità di fare rete, sono tutti elementi che vanno di pari passo con il nostro ruolo di veri traduttori del business dei nostri clienti.
D. Parliamo del ruolo del commercialista nella crisi di impresa.
R. Il dottore commercialista opera a stretto contatto con l’impresa. Fisiologicamente è il primo interlocutore dell’imprenditore. La redazione del bilancio e delle situazioni infrannuali lo porta a conoscere la consistenza economica, patrimoniale e finanziaria dell’Impresa, pertanto può riconoscere i primi segnali di sofferenza, quando ancora la crisi potrebbe essere non irreversibile. Le nostre specifiche competenze, diversamente declinate, ci permettono di accompagnare l’impresa attraverso l’istituto che meglio si adatta al caso di specie. Il dottore commercialista può promuovere o assistere il reperimento di nuova finanza, anche mediante strumenti innovativi; può essere advisor in operazioni concorsuali o stragiudiziali, anche mediante la redazione di piani di risanamento; può essere attestatore ovvero commissario o liquidatore giudiziale, su nomina del tribunale, e spesso assume il ruolo di curatore. Parallelamente, nel ruolo di sindaco, vigila sul rispetto della legge e dello statuto, così come sulla persistenza della continuità aziendale. Nelle mille sfaccettature della professione il commercialista è un attore di primo piano nella vita aziendale, incluse le fasi di maggiore complessità. Il tutto con competenza, specializzazione, serietà ed onestà intellettuale.
D. Tra gli argomenti trattati nel convegno troviamo il Crowdfunding e le cripto monete, due formule innovative e di grande attualità. Si tratta di strumenti diffusi?
R. Crowfunding e cripto monete fanno parte del mondo Fintech, che ad oggi raggruppa sia servizi finanziari sia tecnologie informatiche, e tocca tutti i settori dell’intermediazione bancaria e finanziaria. Per avere un’idea dell’ampiezza del fenomeno, il ‘Fintech Adoption Index 2017’ di Ernest & Young, rileva che in pochi anni i servizi Fintech hanno raggiunto un tasso di adozione medio tra la popolazione (mondiale) digitalmente attiva pari al 33%. In Italia, secondo l’Osservatorio Fintech & Digital Finance 2017 del Politecnico di Milano, il 16% degli italiani ha utilizzato almeno un servizio Fintech nel corso del 2017.
D. Cos’è il Crowdfunding e come si inquadra nel nostro impianto normativo?
R. Nel mondo della finanza alternativa, il crowfunding nasce come un metodo di raccolta di capitali, principalmente per le start – up. Si tratta di un processo di finanziamento ‘dal basso’, che mobilita persone e risorse utilizzando il web quale piattaforma, permettendo l'incontro e la collaborazione tra i soggetti coinvolti. Rispetto ad altri strumenti Fintech, l’Italia si è mostrata essere in prima linea nella disciplina specifica dell'equity-based crowdfunding. Il percorso è partito nel 2012 con cosiddetto decreto crescita bis, D.L. n. 179, seguito dal regolamento della Consob n. 18592 del 2013. I successivi interventi di modifica hanno ampliato l’ambito dei soggetti interessati alle PMI innovative, fino ad arrivare, con D.L. n. 50/2017 (convertito in L. n. 96/2017), all’estensione a tutte le PMI. L'effettiva entrata in vigore del provvedimento è avvenuta nel gennaio 2018, con l'introduzione del nuovo Regolamento Consob.
D. Bitcoin e cripto valute, un mondo nuovo e ancora poco conosciuto.
R. Se il crowfunding ha avuto, nella sua forma equity, un percorso normativo, del tutto diversa è la vicenda delle cripto valute, che si collocano sul lato più estremo ed innovativo del mondo Fintech. Si discute sempre più spesso di bitcoin, padre delle monete digitali, e della sua architettura innovativa, la blockchain, una sorta di libro mastro condiviso che gli consente di funzionare senza l’intervento di un’istituzione finanziaria. Non vi è dubbio che le valute virtuali e la loro tecnologia blockchain stiano influenzando molti settori dell'economia, inclusa la finanza. Nel mese di febbraio la Commissione UE ha avviato una riflessione approfondita sulla funzione e sui rischi legati alle cripto valute per le aziende e per i singoli consumatori. Al di là dell’influenza di tali strumenti sui mercati finanziari, i temi della tutela degli investitori e dell'integrità del mercato diventano sempre più rilevanti, alla luce dello sviluppo esponenziale di questi strumenti.
D. In questo scenario in evoluzione, qual è lo spazio riservato al Commercialista?
R. A fronte di uno scenario come quello attuale, complesso e dinamico, le competenze distintive del Dottore Commercialista hanno un ruolo decisivo. È di indubbio rilievo saper guidare le imprese verso scelte di finanziamento sostenibili, anche attraverso l’accesso a formule alternative, che contribuiscano alla creazione di valore. Parimenti, in un sistema circolare e sempre più globale, è di indubbio rilievo far apprezzare alle imprese la necessità di comunicare ai mercati finanziari questa correlazione tra strategie finanziarie e creazione del valore.
MySolution ha il piacere di stampare in esclusiva per i partecipanti al Congresso il contributo curato dalla Fondazione Centro Studi UNGDCEC dal titolo “I nuovi orizzonti della Finanza. Tra strumenti tradizionali e innovativi, come sviluppare e sostenere piccole, medie e grandi imprese e processi di investimento”.
Presso lo stand MySolution, sponsor dell’evento, potrai ritirare gratuitamente la copia omaggio del libro.
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D. Cosa ci può dire della sua esperienza al vertice della Fondazione?
Il nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione è stato nominato con assemblea del 15 dicembre e si è insediato il 20 gennaio 2018. È composto dai colleghi dottori Alberto Vacca (Segretario), Paolo Florio (Tesoriere), Fabio Sansalvadore, Laura Manzo, Valerio Garozzo, Marco Anesa, Pasquale Murgo, Giulia Milan, Alessandro Garlassi e Francesco Nardini.
D. Cosa porterà con sé nel mandato appena iniziato?
Porterò con me ciò che lo spirito dell’Unione mi ha insegnato: un profondo rispetto verso chi, magari dall’altra parte dell’Italia, affronta i medesimi problemi. La percezione di cosa significhi correttezza professionale, ovvero una profonda onestà e trasparenza, capace di superare i confronti più aspri e accesi. La radicata percezione dell’insuperabilità dei confini della lealtà professionale.
D. Qual è il programma della Fondazione?
Il programma sarà presentato, per la prima volta, in occasione del congresso di Ragusa. I binari su cui viaggerà l’attività della Fondazione saranno ‘la conoscenza della professione’, coniugata con quelli che sono ‘i temi della professione’. L’obiettivo, quindi, è combinare l’attività di ricerca con l’approfondimento scientifico, attraverso strumenti, anche innovativi, che favoriscano sia il confronto interno sia con le controparti, istituzionali o meno, di volta in volta interessate.
D. Il congresso di quest’anno ha per oggetto ‘I nuovi orizzonti della finanza’, un argomento specifico e lontano dalla visione del Commercialista che si occupa solo di fiscalità. Quali sono le ragioni di questa scelta?
Accanto al tema della finanza la scelta del tema congressuale ha coinvolto anche lavoro ed investimenti, tutte aree strategiche per l’impresa. L’intento è quello di focalizzare l’attenzione su come le competenze dei dottori commercialisti possano orientarsi in maniera specifica, per costruire quella che, in fondo, è la ‘catena di blocchi di valore’ dell’azienda.
D. Parliamo del ruolo del commercialista nella crisi di impresa.
Il dottore commercialista opera a stretto contatto con l’impresa. Fisiologicamente è il primo interlocutore dell’imprenditore. La redazione del bilancio e delle situazioni infrannuali lo porta a conoscere la consistenza economica, patrimoniale e finanziaria dell’Impresa, pertanto può riconoscere i primi segnali di sofferenza, quando ancora la crisi potrebbe essere non irreversibile.
D. Tra gli argomenti trattati nel convegno troviamo il Crowdfunding e le cripto monete, due formule innovative e di grande attualità. Si tratta di strumenti diffusi?
Crowfunding e cripto monete fanno parte del mondo Fintech, che ad oggi raggruppa sia servizi finanziari sia tecnologie informatiche, e tocca tutti i settori dell’intermediazione bancaria e finanziaria. Per avere un’idea dell’ampiezza del fenomeno, il ‘Fintech Adoption Index 2017’ di Ernest & Young, rileva che in pochi anni i servizi Fintech hanno raggiunto un tasso di adozione medio tra la popolazione (mondiale) digitalmente attiva pari al 33%.