Come sappiamo l’inflazione ha reso necessaria la rivalutazione dei tassi di interesse di riferimento per i mutui, parliamo dell’Euribor e dell’Eurirs. Con l’Euribor salito al 2,57% (e proiettato verso il 3%) e il tasso Eurirs a 30 anni al 2,37%, il mutuo variabile a parità di spread costa di più: non accadeva dal 2008. Per la prima volta nel 2023, a parità di spread, il tasso variabile risulta più caro del tasso fisso. Una situazione letteralmente opposta rispetto a quella che si era delineata soltanto alcuni mesi fa. Conviene davvero stipulare un contratto di mutuo a tasso fisso? O conviene ancora quello variabile guardando la prospettiva di medio e lungo termine?
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