Commento
CONVEGNO NAZIONALE UNGDCEC

Ungdcec in prima fila a tutela della professione. Intervista al Presidente Daniele Virgillito

a cura di Sandra Pennacini | 4 Ottobre 2018
Ungdcec in prima fila a tutela della professione. Intervista al Presidente Daniele Virgillito

Il Convegno Nazionale UNGDCEC, dal tema "Il dottore commercialista attore nell'Agri-food italiano: analisi del business e strategie per la crescita", in corso a Foggia a partire dalla giornata odierna e fino al 6 ottobre, è l’occasione per un confronto con il dottor Daniele Virgillito - Presidente Nazionale dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti e Esperti Contabili - sui temi della professione, a partire dalle più recenti iniziative dell’Unione in materia di linee guida ANBSC, passando per il ruolo sempre più complesso del sindaco, per arrivare all’imminente introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica.

D. Dottor Virgillito, il convegno di Foggia volge l’attenzione ad un settore particolare: l’Agri-food. Quali le ragioni che hanno portato ad accentrare l’attenzione sul settore agroalimentare?

Le logiche del sistema agroalimentare presentano un elevato grado di complessità, derivante anche dalla peculiarità del settore, nel quale le tipicità del primario si incontrano e scontrano con le logiche del mondo industriale. Si tratta di un settore di grande interesse: i dati raccolti parlano di una crescita esponenziale del numero d’imprese agricole e alimentari condotte da giovani under 35, che vedono nel cibo “Made in Italy” nuove e interessanti prospettive. Tra il 2016 e il 2017 trentamila giovani italiani hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, e l’Italia - con quasi 55mila aziende agricole giovanili - è il primo Paese in Europa per presenze di millenial farmers.  L’agricoltura italiana si colloca in ambito UE al primo posto in termini di valore aggiunto prodotto (31,5 miliardi di euro), mentre a livello nazionale il valore prodotto dalla filiera raggiunge il 13,5% del Pil. Nonostante questi numeri importanti, le aziende italiane di settore risultano sottodimensionate. Per tutelare adeguatamente il mercato è dunque necessaria aggregazione, ovvero il consolidamento del legame fra i soggetti coinvolti nel sistema, partendo dall’agricoltore fino al consumatore.

 

D. Andando oltre a quello che è il tema specifico del convegno, gli argomenti di interesse sono sempre molti ed in continuo mutamento. Ci offre un focus sulle più recenti iniziative intraprese dall’UNGDCEC?

R. Tra le iniziative intraprese evidenzierei il contributo di carattere tecnico offerto nell’ambito della questione della definizione delle linee guida per i compensi spettanti ai coadiutori dell’ANBSC (Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata). Un contributo volto alla tutela dei giovani professionisti nominati, che spesso si trovano a svolgere incarichi complessi e con rilevanti responsabilità civili e penali, senza però conoscere - almeno fino all’emanazione di tali linee guida - quando, quanto e come saranno corrisposti il compenso e le spese dagli stessi anticipati. A tal fine l’UNGDCEC, con il contributo dell’organo scientifico Fondazione Centro Studi UNGDEC e della Commissione di studio di “Diritto penale dell'economia e custodia e amministrazione giudiziaria di beni e aziende sotto sequestro”, ha presentato le proprie osservazioni alla bozza di tali linee guida, in consultazione pubblica fino al 30 settembre 2018. A nostro avviso la remunerazione dell’attività deve essere vista nell’ottica della sostenibilità di medio-lungo periodo, per evitare che le scelte in ordine ai compensi possano fungere da disincentivo ad assumere incarichi di particolare complessità come quelli in questione. Il rischio concreto è che, lasciando così il sistema, presto o tardi nessun dottore commercialista avrà più interesse a impiegare il suo tempo in questo particolare ambito.

 

D. Nel corso del convegno di Foggia si discuterà, tra l’altro, delle iniziative da intraprendere in merito alle difficoltà sempre maggiori che si riscontra nell’assumere l’incarico di sindaco. Ci può fornire qualche anticipazione?

L’intenzione è quella di avviare una massiccia campagna di sensibilizzazione verso un’anomalia del sistema giustizia che impatta significativamente sulla categoria. Ci riferiamo alla talvolta superficiale e speciosa modalità con la quale vengono avviate e condotte le azioni di responsabilità. Basti pensare, ad esempio, che in ordine ai termini di prescrizione dell’azione, e in particolare circa il momento a partire dal quale tale termine inizia a decorrere (dies a quo), non si riscontra uniformità di vedute. Ciò comporta, in alcuni casi, catastrofiche conseguenze personali e professionali per il sindaco “dimissionario”. Purtroppo si registrano sempre più spesso casi in cui azioni di responsabilità milionarie si concludono con pseudo transazioni da qualche migliaio di euro. In questi casi è del tutto evidente che a monte è mancata un’adeguata e specifica istruttoria sulla quantificazione del danno effettivamente riconducibile alla condotta del sindaco, e che l’azione di responsabilità è stata avviata esclusivamente facendo leva sugli elevati costi di una causa, la lunga durata del contenzioso e il danno di immagine. Circostanze che, in conclusione, inducono il professionista ad aderire, nonostante l’ingiustizia subita.

 

D. Passiamo ora ad un tema caldissimo, la fattura elettronica. Il CNDCEC ha recentemente esposto le proprie proposte in commissione Senato.  I giovani commercialisti come stanno vivendo questo passaggio epocale?

A nostro avviso la fattura elettronica è un esempio concreto di assoluta incapacità di incidere dal punto di vista istituzionale e di totale sordità da parte degli organi legislativi. Tuttavia, per noi giovani può e deve essere un’opportunità. Abbiamo affrontato la questione sin dalla lettura della Delega Fiscale, quando l’emissione del documento elettronico era ancora opzionale, sottolineando la necessità di incentivare la scelta (ed il sostenimento dei relativi costi da parte del contribuente) con una reale semplificazione degli adempimenti, e soprattutto con una riduzione dei termini di accertamento, sostenendo altresì nei tavoli tecnici l’importanza di un approccio progressivo all’introduzione obbligatoria. I commercialisti, essendo in prima fila, sono ben consapevoli delle difficoltà e dei costi che un adempimento di tale portata creerà, a fronte di un sistema non ancora pronto, dotato di piattaforme non in grado di gestire con la dovuta tranquillità l’ingente mole dei dati che verranno generati. Ne è prova l’ultimo invio dei Dati fatture, appena concluso. Temiamo che il fatto che la categoria si sia dimostrata sempre pronta a risolvere la miriade di malfunzionamenti legati agli adempimenti forzosi di questi anni introdotti, nel nome della lotta all’evasione, possa aver indotto l’Agenzia delle Entrate a dedurre che era tempo di poter provare anche l’implementazione obbligatoria tout court della fatturazione elettronica.

 

D. Approfondiamo l’aspetto incentivi legati alla fattura elettronica e le vostre proposte in merito.

Il D.Lgs. n. 127/2015 ha previsto alcuni esoneri in termini di comunicazioni, ma si è dimostrato poco coraggioso nella riduzione dei termini di accertamento. Infatti, questi vengono - e così sarà anche in futuro - ancorati alla tracciabilità dei pagamenti. Questo vincolo supplementare non può che far dubitare della effettiva capacità antievasiva della sola fatturazione elettronica.  Delle soluzioni proposte dal CNDCEC sicuramente condividiamo l’introduzione graduale, sebbene la nostra proposta iniziale prevedesse l’introduzione progressiva - a partire dal 1° gennaio 2019 - solo a carico dei settori ad “alto rischio di evasione”. Potrebbero in questa direzione essere accolti i suggerimenti contenuti nelle relazioni OCSE e FMI, ovvero, l’utilizzo di strumenti straordinari, quali l’obbligo di fatturazione elettronica, solo per le aree e i settori a rischio. In questo modo si potrebbe avere un impatto migliore in termini di compliance da parte dei contribuenti. Rispetto alla proposta del CNDCEC siamo in totale accordo, infine, sulla sterilizzazione delle sanzioni. È opportuno ricordare che la Legge di Bilancio prevede la nascita di una Commissione di Esperti che deve esprimere, entro il 30 novembre, il proprio parere (non vincolante) sulla "revisione e reingegnerizzazione integrata dei processi fiscali e delle connesse procedure informatiche", ed in particolare in merito alla “idoneità delle soluzioni proposte rispetto agli obiettivi indicati". Siamo in attesa di conoscere, quale categoria particolarmente interessata, lo stato dell’arte dell’iniziativa.

 

D. Per concludere, un’altra questione “calda”, strettamente legata alla professione: il D.Lgs. 28 giugno 2005, n. 139.

Il 4 maggio 2015, con un tanto discusso comunicato dal titolo “Giù la maschera”, abbiamo messo in luce la nostra interpretazione del D.Lgs. n. 139 riguardo all’articolo 9 comma 9, ovvero il principio di ineleggibilità oltre i due mandati. In quel comunicato dicevamo: “Se vogliamo, come vogliamo, essere una Professione di riferimento per istituzioni e società civile dobbiamo dotarci di norme corrette, precise e moderne e non di cavilli autoreferenziali e di interpretazioni che non faranno altro che aumentare ricorsi e commissariamenti.”  Solo perché, in quella circostanza, ci siamo trovati in minoranza, non significa che avevamo torto, e l’ordinanza della Cassazione di qualche mese fa lo ha asseverato. Non ci interessa, oggi, dar sfoggio della nostra lungimiranza, ma troviamo inconsueto che all’interno delle nostre istituzioni pare si difendano con maggior vigore i torti, piuttosto che tutelare i nostri stessi diritti. L’azione di categoria non può tradursi in un perenne stato di campagna elettorale. All’esterno ci mostriamo come una categoria disunita e per questo diventiamo facile preda, venendo sempre più spesso impunemente attaccati nell’ambito del nostro mercato e sulle nostre competenze da non iscritti all’albo. A nostro avviso non è certo questo ciò di cui abbiamo bisogno.

 

Riferimenti normativi:

 

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