La Corte di cassazione, con l’Ordinanza n. 21965 del 30 luglio 2025, ha affrontato il caso di una lavoratrice trasferita in altra sede con mansioni inferiori. La Suprema Corte ha stabilito l'illegittimità del trasferimento, confermando la sentenza della Corte d’Appello e del Tribunale. Si è accertato che la lavoratrice fu posta in cassa integrazione più a lungo rispetto agli altri colleghi e che il trasferimento derivava da una condotta discriminatoria del datore di lavoro, il quale non “la voleva più vedere”.
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