La Cassazione – con ordinanza del 23 aprile 2025, n. 10730 – è intervenuto in merito alla corretta qualificazione di un ambiente di lavoro stressogeno, affermando che, anche se non sono state poste in essere condotte tali da integrare gli estremi del mobbing, il datore di lavoro deve comunque ritenersi responsabile per aver consentito il mantenersi di un ambiente stressogeno fonte di danno alla salute dei lavoratori.
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