La Cassazione – con sentenza del 21 agosto 2024, n. 32770 – ha ritenuto responsabile il datore di lavoro o superiore per stalking lavorativo, stante il fatto di aver adottato degli atti persecutori e una serie di atteggiamenti ostili che hanno marginalizzato e mortificato il lavoratore dipendente, rendendogli impossibile o molto difficile la prosecuzione della sua attività lavorativa.
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