Assindatcolf - con comunicato del 13 maggio 2019 - ha ricordato che il D.P.C.M. 12 marzo 2019 (c.d. decreto flussi) non ha previsto, per il 2019, il settore di cura ed assistenza in ambito domestico tra gli 30.850 potenziali ingressi di cittadini stranieri non comunitari per motivi di lavoro.
Al riguardo, il settore domestico potrebbe ‘attingere’ potenziali lavoratori nelle 4.750 quote di extracomunitari già entrati in Italia con permessi di lavoro stagionale per i quali è ammessa la conversione in caso di lavoro subordinato.
Il decreto flussi, inoltre, ammette anche la possibilità di convertire in permessi di soggiorno per lavoro subordinato 3.500 permessi per studio, tirocinio e/o formazione e 800 permessi di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da altro Stato membro dell’Unione europea.
Tra le quote di interesse per il comparto domestico vi sono anche le 500 dedicate ai cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero che abbiano completato programmi di formazione e istruzione nei Paesi d’origine (programmi attivati ai sensi dell’art. 23 del T.U. sull’Immigrazione) e le 100 previste per i lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile.
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