Italia oggi
FINE RAPPORTO DI LAVORO

La diagnosi su WhatsApp non evita il licenziamento

di Dario Ferrara | 9 Ottobre 2025
La diagnosi su WhatsApp non evita il licenziamento

Lavoratore licenziato per il superamento del periodo di comporto anche se sottoposto a dialisi. In base al contratto collettivo nazionale, soltanto le malattie particolarmente gravi non si conteggiano nel tempo massimo di conservazione del posto, mentre sui certificati medici inviati in azienda non risulta barrata la casella «terapia salvavita». Né conta che l'azienda conosca comunque la patologia per cui è ricoverato il dipendente grazie ai messaggi WhatsApp scambiati con il responsabile di filiale: la chat non ha alcun valore medico-legale. Così la Corte di cassazione civile, sez. lavoro, nella sentenza n. 26956 del 07/10/2025.

Contenuto riservato agli
Abbonati MySolution

Sei già Abbonato?

Esegui qui l'accesso

Non sei ancora Abbonato?

Richiedi info
Promo 15 giorni
Sintesi elaborata da MySolution IA:
Lavoratore licenziato per superamento periodo di comporto, nonostante dialisi. Certificati medici non indicavano terapia salvavita; WhatsApp non ha valore medico-legale. Corte di Cassazione conferma licenziamento (sentenza n. 26956/2025).