Il segreto professionale blocca l'accertamento sui compensi in nero all'avvocato compiuto dalla Guardia di finanza nello studio legale. E ciò perché i militari devono ottenere l'autorizzazione del pm per esaminare i documenti custoditi nell'ufficio soltanto dopo che il professionista li ha «secretati» e non prima: il via libera della Procura, infatti, deve essere motivato, spiegando anzitutto quali siano le carte «incriminate» e poi perché siano indispensabili per la verifica fiscale. Spetta poi al giudice tributario valutare se l'autorizzazione è legittima o meno in quanto si tratta di un atto tutto interno al procedimento fiscale. Così la Corte di cassazione civile, sez. tributaria, nell'ordinanza n. 17228 del 26/06/2025.
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