Il Fatto
Un lavoratore impugnava il licenziamento intimato per giustificato motivo oggettivo.
La Corte d’Appello, in parziale riforma, accoglieva la domanda ritenendo che la società non avesse adempiuto all'onere del repêchage.
La società ricorreva per cassazione.
Il Diritto
La corte ribadisce che l'onere del repêchage impone al datore di lavoro di verificare la possibilità di reimpiegare il dipendente licenziato per giustificato motivo oggettivo in mansioni equivalenti o anche inferiori, purché compatibili con il suo bagaglio professionale, e di prospettare al lavoratore un eventuale demansionamento in un'ottica di continuità del rapporto di lavoro. Nel caso di specie, la proposta di una "nuova assunzione" successiva al licenziamento, con conseguente azzeramento dei diritti pregressi, non integra un valido tentativo di repêchage.
La corte pertanto rigetta il ricorso.
Errore di accesso al sistema, riprova tra qualche minuto
Prova nuovamente ad eseguire l'accessoATTENZIONE: 10 tentativi rimasti prima di bloccare l'account.
Se non ricordi la password clicca qui
Operazione riuscita correttamente
Si è verificato un errore, riprova più tardi
Funzionalità non abilitata per utenti Demo
La funzione di ricerca è disponibile solo per gli utenti abbonati