Rassegna di Giurisprudenza
CORTE DI CASSAZIONE

Rassegna di Giurisprudenza 16 febbraio 2024, n. 535

di Benedetta Cargnel | 16 Febbraio 2024
Rassegna di Giurisprudenza 16 febbraio 2024, n. 535

Il Fatto

Un lavoratore impugnava  il licenziamento intimato per giustificato motivo soggettivo.

La Corte d’Appello, in riforma della sentenza di primo grado, accoglieva la domanda, condannando la società ad un’indennità risarcitoria.

Il datore di lavoro ricorreva per cassazione.

Il Diritto

La corte rileva che tra giusta causa e giustificato motivo soggettivo la differenza è quantitativa e non ontologica e dunque, anche in relazione alla fattispecie del giustificato motivo soggettivo, può porsi una questione di sproporzione del licenziamento disciplinare come per la giusta causa, alla luce delle concrete circostanze di fatto e del comportamento realmente commesso.

La corte pertanto rigetta il ricorso.

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Sintesi elaborata da MySolution IA:
La Corte d'Appello accoglie la domanda di un lavoratore licenziato, condannando la società ad un'indennità risarcitoria. Il datore di lavoro ricorre in cassazione, ma il ricorso viene rigettato.