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MANSIONI

Riposizionamento in azienda: configurabile l’ipotesi di demansionamento

di Daniele Bonaddio | 19 Novembre 2018
Riposizionamento in azienda: configurabile l’ipotesi di demansionamento

Il dipendente che subisce un “riposizionamento” in azienda, non supportato da ragioni e non giustificato da esigenze produttive e organizzative, che causano un depauperamento di quel corredo di nozioni, abilità ed esperienze che il lavoratore stesso aveva maturato nella pregressa fase del rapporto di lavoro, configura un’ipotesi di demansionamento.
A stabilirlo è la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con l’ordinanza n. 24762/2018, che ha respinto anche le ipotesi di danno da perdita di chance, in quanto sono generici i richiami alla possibilità di conseguire premi incentivanti in relazione agli obiettivi conseguiti e agli incrementi patrimoniali che nel caso di specie la dipendente avrebbe conseguito verosimilmente nel futuro sviluppo di carriera.

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Sintesi elaborata da MySolution IA:
Una dipendente ha subito un riposizionamento in azienda, configurando un demansionamento. La Corte di Cassazione ha condannato l'azienda al risarcimento per il danno biologico subito dalla dipendente.