
La somministrazione di lavoro è stata introdotta nel nostro ordinamento giuridico in tempi relativamente recenti (nel 1997, quando si parlava di lavoro “interinale”) ma ha avuto da allora una sempre più ampia diffusione e applicazione. In tale contesto si pone il tema della ripartizione degli adempimenti prevenzionistici tra il titolare del rapporto di lavoro (l’Agenzia) e l’impresa che tale prestazione in concreto utilizzi (l’impresa utilizzatrice). La regolamentazione di riferimento è contenuta nel D.Lgs. n. 81/2015, il quale ha modificato l’articolo 3, comma 5, del D.Lgs. n. 81/2008 prevedendo che la formazione, l’informazione e l’addestramento siano a carico dell’Agenzia ma anche consentendo alle parti una diversa ripartizione degli obblighi e, comunque, imponendo all’impresa utilizzatrice di applicare nei riguardi dei lavoratori in somministrazione le medesime misure di prevenzione e tutela applicate nei riguardi dei lavoratori dipendenti. La apparente linearità delle disposizioni legislative applicabili si scontra, però, con una serie di difficoltà applicative, sottolineate da una giurisprudenza ormai consistente in materia, della quale occorre tener conto nella gestione degli adempimenti prevenzionistici, perché la tutela sia davvero efficace.

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