Circolare TuttoQuesiti
FINE RAPPORTO DI LAVORO

Tutto quesiti: la gestione del preavviso

di Francesca Stufetti | 23 Febbraio 2023
Tutto quesiti: la gestione del preavviso

Qualora una delle parti che abbia sottoscritto un contratto di lavoro intenda recedere dal rapporto, nei casi espressamente previsti dalla legge ovvero dalla contrattazione collettiva, è tenuta ad osservare il periodo di preavviso (art. 2118 c.c.). Il preavviso, pertanto, può essere definito come l’atto con cui una delle parti contraenti comunica anticipatamente, la data in cui si risolve un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, entro un intervallo temporale che va dalla comunicazione all’effettiva cessazione del contratto di lavoro. Questo periodo ha come funzione quella di evitare che la risoluzione immediata del contratto possa recare pregiudizio all’altra parte.

Il periodo di preavviso è infatti richiesto nella maggior parte delle ipotesi di risoluzione del rapporto di lavoro. Generalmente durante il preavviso il contratto di lavoro viene eseguito regolarmente, diversamente la parte che recede senza rispettare il periodo di preavviso è tenuta ad indennizzare l’altra mediante l’indennità sostitutiva di preavviso.

Non mancano tuttavia i casi in cui la parte recedente dal rapporto di lavoro è esonerata dall’osservanza del predetto periodo, come nei casi di:

  • risoluzione del rapporto di lavoro per giusta causa;
  • risoluzione del rapporto durante il periodo di prova;
  • risoluzione del rapporto al termine del contratto a tempo determinato;
  • risoluzione consensuale del rapporto.

La gestione del preavviso è spesso non semplice pertanto con il presente intervento vogliamo rispondere ai quesiti sul tema, posti durante il nostro webinar.

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Sintesi elaborata da MySolution IA:
Il preavviso nel contratto a termine non si applica. Nel contratto di apprendistato, il recesso deve rispettare il periodo di preavviso. L'indennità di mancato preavviso non abbassa la retribuzione utile al calcolo del TFR.