È corretta l’applicazione del meccanismo del reverse charge interno (autofattura ex art. 17, comma 2, D.P.R. n. 633/1972) in relazione a una fattura ricevuta da una società rumena per un’operazione territorialmente rilevante in Italia? Quali sono le condizioni per poter procedere legittimamente con l’integrazione IVA o l’autofatturazione, tenuto conto della natura dell’operazione e della qualifica del cedente/prestatore?
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