
Ogni epoca ha avuto la sua rivoluzione. La nostra non è fatta di carbone o di vapore, né di cavi di rame e modem ma di algoritmi e linguaggio naturale. L’intelligenza artificiale è entrata nelle nostre scrivanie in punta di piedi, prima come curiosità, poi come alleato e oggi come presenza quotidiana. Ed anche, forse, più o meno volontariamente: i nostri software, i motori di ricerca ed anche le banche dati l’hanno integrata. Chi elabora una busta paga, scrive un parere, o redige un contratto, sa bene che ormai una parte del lavoro può essere affidata ad un assistente virtuale. Ma la differenza, quella che la circolare del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro del 6 ottobre 2025 ha voluto ribadire, non sta nella quantità di dati processati, bensì nella qualità del giudizio umano.

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