
Quattro emendamenti sul condono edilizio avanzati da Fratelli d’Italia sono entrati nel gruppo delle proposte prioritarie alla manovra 2026, segnando una svolta rilevante nel dibattito parlamentare. Due di questi interventi riguardano la sanatoria del 2003, con particolare riferimento alla Regione Campania e alle irregolarità edilizie che avevano trovato spazio in quella stagione legislativa. Un terzo emendamento introduce un condono “large” che allargherebbe la platea delle sanatorie a tutte le opere abusive ultimate entro il 30 settembre 2025, tra cui portici, tettoie, balconi e interventi di ristrutturazione eseguiti senza titolo abilitativo edilizio.
L’ultima proposta inserita impone ai Comuni di rilasciare titoli abilitativi edilizi in sanatoria, regolarizzando gli abusi già oggetto delle precedenti campagne di sanatoria (1985, 1994, 2003), fissando come termine ultimo per la regolarizzazione il 31 marzo 2026. Sul fronte degli asset strategici, tra le segnalazioni considerate di rilievo dai gruppi di Fratelli d’Italia si distingue anche l’emendamento presentato dal capogruppo al Senato, Lucio Malan, che specifica come le riserve auree della Banca d’Italia siano da considerare a pieno titolo patrimonio dello Stato “in nome del Popolo italiano”.
Entrambe le questioni, condono edilizio e gestione delle riserve auree, sono destinate a far discutere nelle prossime fasi di esame della legge di bilancio, per le rilevanti conseguenze sia sotto il profilo delle finanze pubbliche che della disciplina urbanistica.
La proposta di condono edilizio sostenuta da Fratelli d’Italia, che punta a sanare le irregolarità rimaste escluse dalla precedente sanatoria del 2003 (in particolare in Campania), divide anche la maggioranza. Mentre FdI afferma di voler correggere una “discriminazione persistente” e nega che si tratti di un nuovo grande condono, Forza Italia e Lega propongono altre modifiche in materia fiscale, tra cui l’ampliamento dei casi di rottamazione dei debiti con il fisco e l’introduzione di una flat tax per super-ricchi che trasferiscono la residenza in Italia, a condizione di investire su titoli di Stato e iniziative del terzo settore. Anche la questione del pagamento in contanti, con il possibile innalzamento del limite a 10.000 euro dal 2026, resta in bilico per le possibili ricadute su trasparenza e lotta all’evasione.
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Questo documento fa parte del FocusManovra 2026
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