
L’esecutivo ha avviato uno studio preliminare sull’opportunità di istituire un albo nazionale degli acconciatori, una misura che punta a rafforzare la qualificazione del settore e contrastare il dilagare del lavoro irregolare. L’iniziativa, in fase di esame presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), si inserisce nel più ampio pacchetto di norme per la revisione delle professioni artigiane.
Fonti ministeriali spiegano che l’obiettivo è “dare riconoscimento formale a una categoria che unisce competenze artigiane e conoscenze estetiche, ma che deve confrontarsi con un quadro normativo ormai datato”. L’attuale disciplina risale alla legge 174/2005, che regola l’attività di acconciatore e prevede percorsi formativi regionali. Tuttavia, la frammentazione territoriale sta creando forti disomogeneità nei requisiti di accesso e nei controlli.
L'ipotesi di un albo nazionale - Secondo le prime ipotesi emerse dai tavoli tecnici, l’albo avrebbe una gestione condivisa tra il MIMIT e le Camere di Commercio, con registrazione obbligatoria per chiunque eserciti o apra un’impresa nel settore. L’iscrizione richiederebbe la dimostrazione di requisiti professionali (qualifica o diploma riconosciuto ai sensi regionale) e il rispetto di norme igienico-sanitarie e fiscali. Potrebbero essere previsti anche aggiornamenti periodici obbligatori per il mantenimento dell’iscrizione, sulla scia di modelli già in atto per gli artigiani del benessere in altri Paesi europei.
Le ragioni economiche e di legalità - Dietro allo studio c’è la volontà di riportare alla legalità una parte significativa di operatori che, secondo stime di categoria, agiscono nel sommerso. Il fenomeno dei “saloni abusivi” o dei servizi a domicilio senza abilitazione incide sulla concorrenza e riduce le entrate fiscali.
Confartigianato Benessere e CNA hanno espresso interesse verso la creazione dell’albo, a condizione che non si traduca in oneri burocratici aggiuntivi, ma in uno strumento di valorizzazione delle competenze e tutela dei consumatori.
I prossimi passi - Dopo l’analisi tecnica, il Ministero aprirà una consultazione pubblica con associazioni, Regioni e rappresentanze professionali per definire la struttura dell’albo e le modalità operative. L’obiettivo, secondo le previsioni, è chiudere la fase di studio entro il primo semestre 2026 per introdurre le modifiche legislative necessarie nell’ambito della prossima legge annuale per il mercato e la concorrenza.
Il settore attende ora di capire se la riforma porterà una reale semplificazione o un nuovo apparato regolatorio. Ma da più fronti emerge una convinzione condivisa: la professionalità, nel comparto cura e bellezza, è un patrimonio economico e culturale da tutelare al pari delle altre arti manifatturiere italiane.

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