Al momento non è ancora possibile nè per i commercialisti nè per i consulenti del lavoro accedere come intermediari ai servizi Inps per la richiesta delle indennità del decreto “Cura Italia”. Lo ha dichiarato in una video-intervista all’Ansa Roberto Cunsolo, Consigliere nazionale della categoria delegato all’area lavoro.
Nonostante la conferma verbale dell’Istituto previdenziale sull’abilitazione all’invio, seppur non massivo, delle domande dei propri assistiti, sarà necessario abilitare i permessi Pin degli intermediari e ci vorrà del tempo, stimato in almeno 7 giorni, per aggiornare il sistema informatico.
"Consiglio a chi vuole accedere a questa richiesta di bonus di farlo subito" - ha aggiunto Cunsolo - "considerando che molte volte gli organi governativi e la direzione dell'Inps dicono cose diverse", riferendosi all'ipotesi "click day" e al criterio secondo cui l'attribuzione del bonus sarebbe avvenuta in base alla cronologia di invio della domanda, ipotesi entrambi smentite dal Ministero del lavoro. "Ci vogliono più certezze, più trasparenza e meno comunicazione".
È stato infatti annunciato ieri dal Consiglio nazionale dei commercialisti che a partire da questa mattina anche i commercialisti, insieme ai consulenti del lavoro, sarebbero stati abilitati a richiedere l’indennità una tantum di 600 euro per conto dei lavoratori autonomi, liberi professionisti, collaboratori coordinati e continuativi e lavoratori subordinati, prevista dal D.L. n. 18/2020 . Nella nota era stata espressa soddisfazione per la decisione dell’Inps, pur segnalando la necessità di consentire l’invio massivo, al momento non previsto, che "agevolerebbe significativamente la procedura, riducendo di molto il numero di accessi al sito”.
Già nel pomeriggio di ieri un Comunicato Stampa del Cndcec riferiva, attraverso le parole del Consigliere nazionale, come “Ora ci troviamo con i nostri studi presi comunque d’assalto dai nostri clienti che ci chiedono aiuto e assistenza e con il sito dell’Inps in tilt, con informazioni personali spiattellate sulle loro pagine”, ricordando che era stato chiesto con un apposito emendamento al D.L. n. 18/2020 “di poter affiancare patronati e soggetti beneficiari nelle operazioni di invio delle richieste per il bonus da 600 euro in modo tale da poter effettuare un invio massivo e non singolo che avrebbe ridotto drasticamente il numero di accessi al sito dell’INPS”.
Sull’argomento sono intervenute anche le associazioni dei commercialisti Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec e Unico, che in una lettera congiunta inviata al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, hanno sottolineato che “le disposizioni operative per l’erogazione dell’indennità in favore dei lavoratori autonomi, di cui agli artt. 27 e 28 del D.L. n. 18/2020, prevedono un iter burocratico che determina molteplici difficoltà”. Giudizio poi confermato dal fatto che il sito dell’Inps è praticamente andato in tilt e ulteriormente aggravato dal problema relativo alla privacy riscontrato: può accadere infatti “e abbiamo prova che ciò si sta verificando, che entrando nella posizione di un soggetto sia possibile visualizzare le posizioni di altri utenti”. Nella situazione descritta – proseguiva la nota - “riteniamo indispensabile permettere ai commercialisti di mettere a disposizione le loro competenze professionali nella gestione operativa delle richieste”.
Molte anche le richieste dell'indennità di 600 euro previste per professionisti e autonomi con Cassa privata inoltrate ai rispettivi Enti previdenziali, che hanno registrato alcuni rallentamenti dovuti al sovraccarico temporaneo ma senza blocchi del sistema informatico. Circa 20 mila le istanze pervenute nella giornata di ieri alla Cassa dei dottori commercialisti e 3.400 quelle ricevute dalla Cassa ragionieri.
Questo documento fa parte del FocusCoronavirus
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