Rassegna di giurisprudenza 22 novembre 2024, n. 728

Si lamenta che l'equiparazione della rinuncia agli atti di trasferimento, con conseguente applicazione dell’imposta proporzionale in luogo di quella fissa, è espressamente prevista per le imposte di registro e di donazione, ma non anche per quelle ipotecaria e catastale.
In tema di imposte ipo-catastali, il D.Lgs. n. 347/1990, non contenendo un’analitica descrizione delle fattispecie imponibili, rinvia implicitamente alle definizioni della disciplina delle imposte di registro e sulle successioni e donazioni (per le quali la rinuncia immobiliare è equiparata agli atti costitutivi o traslativi), operando il relativo prelievo tributario con riferimento agli stessi presupposti e necessariamente presupponendo le stesse qualificazioni.
L'art. 10 del D.Lgs. n. 347/1990 stabilisce che le volture catastali sono soggette a imposta catastale del 10 per mille sul valore dei beni immobili o dei diritti reali immobiliari, mentre l'imposta è dovuta in misura fissa per le volture eseguite in dipendenza di atti che non importano trasferimento di beni immobili né costituzione o trasferimento di diritti reali immobiliari. Inoltre, nella Tariffa allegata al D.Lgs. n. 347/1990 si precisa che l'imposta ipotecaria si applica in misura proporzionale alle trascrizioni di atti e sentenze che importano il trasferimento di proprietà di beni immobili o costituzione o trasferimento di diritti reali immobiliari sugli stessi, mentre si applica in misura fissa per i trasferimenti soggetti a IVA, nonché per quelli ex art. 1, comma 1, quarto e quinto periodo, della parte I della Tariffa allegata al D.P.R. n. 131/1986 (art. 1), così come si applica in misura fissa per qualunque altra annotazione non specificamente contemplata (art. 14).
In tema di imposte di ipo-catastali, l'atto di rinuncia a titolo gratuito di un diritto reale immobiliare di godimento sconta l'imposta in misura proporzionale (Cass., Sez. 6-5 17 dicembre 2020, n. 28923).