Rassegna di Giurisprudenza
CORTE DI CASSAZIONE

Rassegna di giurisprudenza 3 maggio 2024, n. 701

di Fabio Pace | 3 Maggio 2024
Rassegna di giurisprudenza 3 maggio 2024, n. 701

Una società ritiene che gli atti non siano legittimi, in quanto motivati per relationem mediante rinvio al verbale di accertamento INPS. Nel verbale INPS non sarebbero indicati i dati concreti da cui l'A.F. avrebbe tratto il fatto giuridico della sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato tra la società e i dipendenti.
L'atto di accertamento può essere legittimamente motivato con rinvio a verbali INPS con cui siano contestate omissioni contributive previdenziali, purché conosciute dal contribuente, rientrando tali verbali tra i documenti che, tramite la GdF, devono essere trasmessi anche agli Uffici finanziari e che tali Uffici possono utilizzare per l'accertamento (Cass., Sez. V, 18 dicembre 2015, n. 25472; 9 settembre 2008, n. 22696).

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Sintesi elaborata da MySolution IA:
Un'azienda contesta la legittimità di un atto motivato con riferimento al verbale INPS, sostenendo che non contenga dati concreti. La Corte suprema ha stabilito che l'atto può essere valido se il contribuente conosce le omissioni contributive.