Una società censura la sentenza che, pur riconducendo la fattispecie concreta alle figure dell’elusione o dell’abuso del diritto, a causa dell’interposizione di una società conduit nel flusso reddituale, non ha dichiarato l’illegittimità della pretesa impositiva per violazione delle garanzie procedimentali.
In tema di esenzione dalle imposte sugli interessi (e sui canoni) corrisposti a soggetti residenti in Stati membri dell’UE, nonostante la comune matrice antielusiva, gli artt. 26 e 26-quater del D.P.R. n. 600/1973, come le altre disposizioni tributarie antielusive (quali, per esempio, la disciplina del transfer pricing, le norme in tema di società non operative o di comodo, il cd. valore normale nei diversi contesti delle imposte dirette, IVA, doganale), non sono sussumibili entro l’art. 37-bis del D.P.R. n. 600/1973, anche per quanto attiene alle prescrizioni endoprocedimentali recate da quest’ultimo (quali, per esempio, l’obbligo del contraddittorio preventivo e della motivazione rinforzata dell’atto impositivo).
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