
L’indipendenza dell’organo di controllo non è un requisito di facciata, né un adempimento formale da archiviare in fase di nomina. È la condizione di tenuta dell’intero sistema dei controlli societari. Quando viene meno - anche solo in apparenza - l’attività di vigilanza perde credibilità, il giudizio sul bilancio si indebolisce e il rischio si trasferisce direttamente sul piano civilistico, concorsuale e, in taluni casi, penale. L’esperienza applicativa mostra come le violazioni del requisito di indipendenza siano tutt’altro che episodiche e spesso derivino da sottovalutazioni operative, più che da scelte apertamente elusive. Il contributo analizza le criticità più ricorrenti, alla luce del quadro normativo, dei principi etici e di un orientamento giurisprudenziale ormai rigoroso, offrendo spunti di riflessione utili per l’attività professionale.

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