
Per la Suprema Corte di Cassazione non basta la dimostrazione dell’astratta possibilità di ricomprendere un bene tra le spese di rappresentanza, in considerazione della sua natura, affinché un professionista possa dedurre dal proprio reddito di lavoro autonomo il costo sostenuto, ma si rende necessario provarne la destinazione a finalità non personali ma promozionali dell’attività svolta.

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