
La sentenza C‑331/23 (Dranken Van Eetvelde) offre una ricostruzione aggiornata dei limiti che il diritto dell’Unione impone ai meccanismi di responsabilità solidale del terzo per l’IVA non versata. La Corte di giustizia, pur legittimando una disciplina nazionale improntata a un modello quasi-oggettivo di responsabilità, lascia uno spiraglio nella misura in cui riafferma i principi di proporzionalità, neutralità e tutela giurisdizionale effettiva. Il presente contributo analizza la decisione , la confronta con le conclusioni dell’Avvocato generale Kokott e trae indicazioni sistematiche utili per interpretare la disciplina italiana dell’art. 60‑bis del D.P.R. n. 633/1972, che risulta, alla luce del criterio unionale, un modello più equilibrato e rispettoso delle garanzie sostanziali richieste dall’ordinamento europeo.

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