L’attività di accertamento dell’Amministrazione finanziaria nel settore della ristorazione si fonda tradizionalmente sull’utilizzo di metodi presuntivi basati sui consumi unitari, noti nel gergo tecnico come i “metri” (come il tovagliometro, il farinometro o il caffettometro). L’ordinanza della Corte Suprema di Cassazione n. 24782/2025, pubblicata l’8 settembre 2025, non solo ribadisce la piena legittimità della ricostruzione induttiva dei ricavi di un’impresa di ristorazione basata sul consumo di acqua minerale (il c.d. “bottigliometro”), ma offre anche uno spunto di riflessione cruciale e tecnico sul rigore delle formalità procedurali che possono inficiare l’atto impositivo, indipendentemente dalla fondatezza sostanziale della pretesa.
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