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DIRITTO DI FAMIGLIA, IMPRESA

La comunione “de residuo” determina per il coniuge un diritto di credito verso il coniuge imprenditore

di Diego De Gaetano | 6 Giugno 2022
La comunione “de residuo” determina per il coniuge un diritto di credito verso il coniuge imprenditore

La “comunione de residuo” che nasce a seguito dello scioglimento del matrimonio determina per il coniuge un diritto di credito nei confronti dell'altro coniuge imprenditore. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, nella sentenza n. 15889 del 17 maggio 2022, riconoscendo fondata la tesi della natura creditizia del diritto sui beni oggetto della “comunione de residuo”. La Suprema Corte ha così inteso evitare che le vicende personali dei coniugi possano determinare il concreto rischio di paralisi nell’esercizio dell’attività di impresa e il deterioramento del valore dell’azienda stessa, assicurando nel contempo il soddisfacimento di altri diritti concorrenti di pari dignità. L’insorgenza di una comunione sui beni aziendali pone, infatti, evidenti problemi di gestione oltre che pregiudizio per i terzi che vedrebbero i beni non più appartenenti per l’intero all’imprenditore, con una conseguente riduzione della garanzia patrimoniale offerta. 

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Sintesi elaborata da MySolution IA:
La riforma del diritto di famiglia del 1975 stabilisce la comunione dei beni come regime patrimoniale legale, con alcune eccezioni. La sentenza della Corte di Cassazione afferma la natura creditizia del diritto sui beni oggetto della comunione de residuo.