È lesivo del principio di ragionevolezza e della capacità contributiva affermare che i prelievi ingiustificati da conti correnti bancari effettuati da un autonomo siano destinati ad un investimento nell’ambito della propria attività professionale e che questo sia, a sua volta, produttivo di un reddito. Non è, dunque, più possibile l’equiparazione logica tra attività di impresa e attività professionale.
Quanto su esposto emerge dalla recente ordinanza n. 23592, emessa dalla Suprema Corte il 23 settembre 2019.
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