Commento
REATI TRIBUTARI

Fatture soggettivamente inesistenti a rilevanza penale ridotta

di Paola Sabatino | 27 Maggio 2019
Fatture soggettivamente inesistenti a rilevanza penale ridotta

L’utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti non integra alcun reato ai fini delle imposte dirette. Così nell’ultimo caso sottoposto all’attenzione della Corte di Cassazione che, con sentenza n. 16768, depositata il 17 aprile 2019, ha richiamato il costante orientamento della Suprema Corte. Secondo i giudicanti, il reato di utilizzazione fraudolenta in dichiarazione di fatture per operazioni inesistenti è integrato (con riguardo alle imposte dirette) dalla sola inesistenza oggettiva delle prestazioni indicate nelle fatture. Nella fattispecie esaminata, posto che trattasi di operazioni sottoposte a reverse charge o esenti, il delitto non si configura per nessuna imposta, non sussistendo, per la Cassazione, alcuna forma di evasione.

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Sintesi elaborata da MySolution IA:
Il D.Lgs. n. 74/2000 punisce il reato di dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di fatture per operazioni inesistenti, ma la Corte di Cassazione ha stabilito che l'utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti non integra alcun reato ai fini delle imposte dirette.