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Piani individuali di risparmio: cosa cambia con le nuove regole

Gli aiuti alle PMI erogati tramite sistemi multilaterali di negoziazione e fondi per il “venture capital”

di Marco Bomben | 5 Giugno 2019
Piani individuali di risparmio: cosa cambia con le nuove regole

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 7 maggio del decreto attuativo (D.M. 30 aprile 2019), è pienamente operativa la nuova disciplina dei piani individuali di risparmio, così come modificata dalla legge di bilancio 2019 (legge 30 dicembre 2018, n. 145). I “nuovi PIR” sono vincolati a investire una percentuale minima sull’AIM e sul venture capital. Le PMI oggetto dell’investimento non devono avere ricevuto risorse finanziarie per una somma superiore a 15 milioni, non devono essere quotate sui mercati regolamentati e non devono essere operative sul mercato da più di 7 anni.
I redditi di capitale e i redditi diversi di natura finanziaria derivanti da determinati investimenti operati tramite piani individuali di risparmio a lungo termine godono di un regime di non imponibilità, inoltre i redditi provenienti dai PIR possono beneficiare dell’esenzione dall'imposta sulle successioni in caso di trasferimento mortis causa.

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Sintesi elaborata da MySolution IA:
La legge di bilancio 2017 ha introdotto i piani individuali di risparmio (PIR) per investimenti stabili e duraturi, con esenzione fiscale e vincoli specifici. La legge di bilancio 2019 ha modificato le regole, promuovendo gli investimenti nelle piccole e medie imprese italiane.